di Lorenzo Pedrini
L’ad La Manna: «Puntiamo sull’innovazione, abbiamo lanciato prodotti ad alta digitalizzazione»
Leader mondiale nella progettazione, realizzazione e vendita di sottocarri, la bolognese ITM Italtractor occupa da tempo una posizione di assoluto rilievo nel mercato dei sottocarri per le macchine di movimento terra. Tanto più da quando, nel 2012 e sotto la guida dell’ad Cecilia La Manna, è entrata nell’orbita dello statunitense gruppo Titan.
Dalla provincia alla ribalta internazionale, insomma.
«ITM, fondata alla fine degli anni ‘50, era già un’azienda importante, attiva nella produzione delle unità complete che muovono macchinari da lavoro e in quella dei loro singoli componenti. Ora, però, come divisione autonoma di una grande multinazionale, ha fatto un ulteriore salto di qualità, mantenendo in Italia il proprio head office e tre siti di produzione, a Fanano, Ceprano, Potenza ed operando attraverso una significativa presenza produttiva e distributiva globale».
E dove finisce, materialmente, la tecnologia che create?
«Producendo in contesti molto diversi come gli Usa, la Cina, il Brasile, la Spagna, la Germania, l’India e l’Australia, i nostri sottocarri fanno ‘girare’ macchine che operano nell’edilizia, nelle costruzioni stradali, nell’agricoltura, nel settore marittimo, nel campo della deforestazione e, soprattutto, in campo minerario, un comparto sul quale stiamo profondendo grandi sforzi».
Espandendo gli orizzonti di business e affinandoli dal punto di vista tecnologico.
«Da un lato, a partire dalle miniere, abbiamo iniziato, dal 2015, a incrementare la quota di mercato nel settore del ricambio, accanto al primo equipaggiamento, e, dall’altro, abbiamo lanciato prodotti ad alta digitalizzazione dotati di sensori di ultima generazione, capaci di segnalare in tempo reale eventuali malfunzionamenti e la vita residua dei componenti. E di farci avere i dati puntuali in cloud».
Ingegneria meccanica e ingegneria digitale, dunque, in un processo che sta pagando.
«Siamo un gruppo sempre più all’avanguardia e sempre più diversificato, che, in un 2020 segnato dalla pandemia ma nel quale le chiusure vere sono arrivate solo in Italia, ha fatto comunque segnare un fatturato globale di 290 milioni di euro. Il calo complessivo, dunque, è stato del 20% sul 2019 (-35% in Italia), ma i numeri 2021 fanno già pensare a un pronto recupero, a partire da quelli del primo bimestre, nel quale un anno fa non si parlava ancora di pandemia».
Un’emergenza che non vi ha visti restare fermi.
«Lavorare in Cina ci ha consentito di capire presto come si stavano mettendo le cose e, così, anche qui abbiamo reagito prontamente, applicando rigide precauzioni per continuare a produrre in sicurezza e fornendo, nella fase inziale più critica della pandemia, sistemi di protezione al Comune di Fanano. Poi, abbiamo anche fatto ricorso alla Cassa Covid per un monte ore pari a un quinto del totale».
Ai dipendenti orologio che misura la temperatura e traccia i contatti
ITM Italtractor ha sede in Valsamoggia, in provincia di Bologna. Per affrontare l’emergenza provocata dalla pandemia, l’azienda emiliana ha anche realizzato, tra le altre iniziative, una sorta di app Immuni fai-da-te. «Si chiama ‘Track Advice for Covid’ – spiega entrando nei dettagli l’amministratore delegato Cecilia La Manna –, ed è un piccolo orologio capace di misurare la temperatura corporea e tracciare i contatti che abbiamo fornito a ogni nostro dipendente, utilizzando quindi parte della stessa tecnologia applicata per gli stessi sensori delle nostre macchine».