di Riccardo Rimondi
Riposizionamento su settori e mercati a maggior valore aggiunto, acquisizioni e cessioni coerenti con l’obiettivo e una struttura finanziaria «adeguata allo sviluppo in Europa e, chissà, anche a qualche Paese più lontano», auspica il cfo Luca Buglione. Sono le tre direttrici su cui Rekeep si muove, da tre anni, in un’ottica di internazionalizzazione che già oggi vede il colosso bolognese del facility management ottenere all’estero il 15/20% del suo fatturato.
Buglione, com’è andato il 2020 e cosa vi aspettate da quest’anno?
«Secondo la nostra guidance chiuderemo l’anno con un Ebitda intorno ai 118-120 milioni e un fatturato sopra il miliardo, in leggera crescita sul 2019. Ci aspettiamo un 2021 sfidante come per tutti, ma lo era anche il 2020 e abbiamo portato a casa un’ottima performance».
Come vi state muovendo in ottica di sviluppo del gruppo?
«Negli ultimi tre anni abbiamo perfezionato un riposizionamento dell’attività nel settore sanitario, che ha elevate barriere all’entrata e maggior valore aggiunto, dove serve un know how forte. Abbiamo ceduto due attività non core, il gruppo Sicura e Mfm Capital, liberando risorse per crescere attraverso operazioni di m&a. Tra le altre, nel 2019, abbiamo acquisito la maggioranza di Naprzod Sa, oggi Rekeep Polska, leader in Polonia nel facility management in ambito sanitario. Nel 2018 c’era stata l’acquisizione di Medical Device (attraverso la controllata Servizi Ospedalieri), cresciuta sensibilmente negli ultimi esercizi».
Su che settori puntate di più?
«In primis sulla sanità: vale il 60% del nostro fatturato. Fra Italia e Polonia abbiamo oltre 500 ospedali come clienti. L’Italia resta il nostro riferimento, ma per crescere più rapidamente puntiamo ai mercati di Paesi in cui la sanità non è evoluta come qui, dove i nostri servizi sono già sviluppati da 20-30 anni».
Di quali servizi vi occupate?
«Non solo di pulizie: anche di manutenzioni, gestione calore (fondamentale in ottica di sostenibilità ambientale), lavanolo, sterilizzazione ferri chirurgici e servizi ancillari. Nella nostra attività c’è una forte componente di ingegneria dei servizi».
L’anno si è aperto con un’emissione da 350 milioni per rifinanziare i vecchi bond, cui si è affiancata una linea revolving da 75 milioni.
«Vogliamo continuare a crescere con le nostre forze. Il rifinanziamento ha avuto grandissimo successo in Europa: siamo stati tra gli emittenti di bond più performanti nel settore. Così abbiamo abbassato molto il costo del debito. La richiesta per il nostro titolo ha superato i due miliardi. Ne siamo orgogliosi».